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28 May

La sorpresa di Periscope

raffaelefranco / Italiano, Web Life / / 0 Comments

Negli ultimi tempi Twitter ha lanciato una sua app mobile per lo streaming video su internet, molto semplice, intuitiva ed efficiente: con uno smartphone android / iOS anche di media-bassa fascia è possibile creare un vero e proprio canale di streaming su internet, cioè una sorta di TV privata online, alla portata di tutti. Il suo nome è Periscope.
L’hanno concepita, l’hanno provata, dimostrata, l’hanno pubblicizzata parecchio (nel settore informatico-tecnologico) ancora prima del lancio, con anteprime, infografiche, video-pubblicitari. E’ il prodotto di una startup di cui si parla da almeno un anno, e che è stata acquisita da Twitter a inizio 2015.
Un anno.

Dal momento del suo debutto nei vari App-store di Android e iOS (Apple), sono bastati pochissimi giorni affinchè qualcuno notasse che uno degli scopi possibili di questa meravigliosa app potesse essere quello di diffondere contenuti protetti, come ad esempio eventi sportivi esclusivi delle Pay TV, in modo estremamente semplice: ad esempio una persona può inquadrare la sua bella TV sintonizzata su Sky Sport con lo smartphone e trasmettere tramite Periscope, gratuitamente, e in HD, una gara di Formula Uno o la finale di Champions League, invece di pagare 10 euro per l’evento o 30 euro per l’abbonamento.

Dubbi, perplessità, stupore, critiche, richiesta di maggiori controlli.
NON CI AVEVA PENSATO NESSUNO?

Passano altri giorni, tutti si concentrano sul fenomeno dello streaming “pirata”, mentre un paio di giornalisti (“New York Times” e “Guardian”) scoprono tutto un sistema di videochat erotiche attraverso Periscope.
E’ semplice, hai il tuo smartphone, puoi andare online in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, e se sei, ad esempio, una ragazza molto smaliziata con un numero di followers “interessati” molto alto, puoi riuscire a generare introiti basati su piccoli “premi” in denaro (mandati tramite piattaforme esterne) in cambio di una sbirciatina al tuo seno, al tuo sedere, di un balletto provocante, o chissà chè.
Ovviamente scandalo, reazioni enormi (negative) sui social in merito a questo fenomeno.
Con l’industria del porno che genera il 38% dell’intero traffico di internet e ha introiti a 12 zeri, NESSUNO CI AVEVA MAI PENSATO????!?

Durante questo anno in cui Periscope è stato sviluppato e testato, a cosa hanno pensato?

Mi viene in mente l’aneddoto di Sally Ride, la prima donna statunitense a partecipare ad una missione spaziale. Pare che poco prima di partire per il suo primo viaggio nello spazio (durata: 7 giorni), nel 1983, gli scienziati della NASA avessero chiesto lei se 100 (CENTO) tampax fossero sufficienti per il suo fabbisogno.
Anche gli sviluppatori di Periscope sono così innocenti, puri e casti da non conoscere nulla sul sesso, sulle tecniche di riproduzione, sugli istinti primordiali molto sviluppati della popolazione internettiana?

Non si può dare nulla per scontato in questo mondo, tutto è possibile.
Anche che un parroco arrestato per pedopornografia si difenda dicendo che si era diffusa la voce che fosse molto bravo a fare foto di nudi e allora erano i bambini ad andare da lui per farsi fotografare al fine di partecipare a provini hard. E lui non poteva esimersi, sentiva di doverli aiutare.

Di fronte a tali difese (confermate anche dal legale del parroco), vien da pensare che la possibilità che gli sviluppatori di Periscope non abbiano veramente pensato all’utilizzo erotico e pirata della loro App, non sia da escludere a priori.

20 May

Budapest /1

«Dai, guarda che bello il Parlamento di sera! »
«Si, ho visto, è bello»
«Aspetta, faccio una foto»
«Ma…. ne hai fatta una 5 metri più indietro»
«Si, ma qui si vede meglio»

30 secondi dopo.

«Guarda il riflesso del Parlamento sul Danubio!!»
«… è un riflesso»
«Si, ma guarda che bello! Faccio una foto, aspetta»
«E’ uguale a 10 metri fa!»
«Si ma non c’è la nave-ristorante in mezzo! E’ completamente diverso»

10 minuti e 15 foto dopo.

«Guarda quant’è bello adesso!»
«A me piace di più la stazione della metro che c’è alla nostra sinistra»
«Ma….»
«METRO! »

Conversazioni a Budapest, parte 1.

DSC_2921[Clicca per ingrandire] Parlamento di Budapest, Nikon D700, Tamron 28-75/2.8 @ 38mm,f/18, 15 sec, ISO 200

03 May

Primo post, si comincia

raffaelefranco / Italiano, Life / / 0 Comments

Da tempo penso di voler scrivere su un blog, e quale posto migliore se non aprire una sezione “Blog” sul mio sito?
Non auspico minimamente a scrivere un blog commerciale, nè tantomeno di “successo” (pffft), non mi interessano le tecniche di ottimizzazione nè mi importa di attirare visitatori o altro, non ho aspettative.
Mi piace scrivere.
Scrivere pensieri, cazzate, condividere fotografie, spiegarle, provare a esprimere ciò che la testa elabora durante il giorno, in auto nel traffico, sotto la doccia, seduto sul gabinetto. Per nessuno in particolare, se non per un me stesso del futuro. Lo stesso scopo delle mie fotografie, non ho interesse a suscitare attenzione o lodi o critiche, mi interessa sfogare, elaborare, conservare, ricordare in futuro una persona, un momento, uno sguardo, un’espressione, un luogo.
Da giorni ormai valuto, penso, cogito, sperimento.
Poi tutt’assieme ho deciso di fottermene, di mettere insieme 4 cose giusto per mantenere una certa omogeneicità, e quantomeno cominciare invece di procrastinare.

I dubbi, quali la lingua dei posts, i vari plugins, l’impostazione grafica, e tutte queste menate, si svilupperanno meglio in corso d’opera. Al momento scriverò in italiano. O in inglese. Come capita.

Con queste premesse dò il via a questo blog, con questo primo post.
Sperando di non abbandonarlo presto.

Mi dispiace, non puoi usare il tasto destro. Perchè dovresti, poi?